Bath e la “Palladian way”
Esistono luoghi che sembrano familiari anche se sono lontani da noi: Bath e il Somerset per me sono uno di questi.
L’antica Aquae Sulis, come era nota Bath in epoca Romana dal nome dell’antica dea celtica dell’acqua, ospita le uniche terme naturali della Gran Bretagna. Scoperte nel periodo di Vespasiano e alimentate da un’unica sorgente, le terme erano dotate di un sistema naturale di riscaldamento che le rendeva simili a delle saune con piscine d’acqua fredda e calda. Alla caduta dell’Impero Romano, l’Inghilterra fu invasa dai Sassoni e le terme scomparvero.
Durante il medioevo, Aquae Sulis divenne un importante centro di lavorazione della lana. Si riaffermò in questo stesso momento il valore della sorgente naturale e delle terme.
Ma la vera svolta avvenne nel Settecento, quando alcuni illustri personaggi trasformarono quella rustica cittadina laniera in una delle stazioni termali più belle ed eleganti d’Europa, meta di aristocratici e borghesi illuminati.
Fondamentale fu l’attività di Richard Nash che a inizio 1700 fu nominato maestro di cerimonie di Bath: con questo incarico aveva il compito di pianificare la vita sociale e mondana della città termale.
All’epoca Bath era ancora una città medievale con strade tortuose, buie ed edifici vetusti, inadatti ad ospitare villeggianti di rango. La ricostruzione del luogo vide all’opera importanti architetti ispirati allo stile palladiano che fecero di Bath una città neoclassica di gusto georgiano.
La tradizione vitruviana e palladiana, aveva precedenti remoti in Inghilterra, basti ricordare le opere dell’architetto e scenografo Inigo Jones nel Greenwich di Londra. Durante il suo viaggio in Italia, Jones passò per Vicenza e rimase estasiato dalle architetture che Andrea Palladio vi aveva creato. Non erano solamente le architetture ad averlo colpito, ma la filosofia che aveva mosso i notabili di questa città ad investire in uno stile innovativo che si rifaceva alle glorie e ai fasti dell’antica Roma, mantenendo però equilibrio, proporzione e armonia.
Questa memoria sarà codificata dall’architetto e scultore Colen Campbell, autore del trattato Vitruvius Britannicus: un testo di grande successo che riproponeva il classicismo a partire da progetti di Andrea Palladio.
Fu poi la volta dell’architetto Robert Adam che realizzò il Pulteney Bridge nel cuore di Bath, affacciato sul fiume Avon: un esempio dell’elaborazione dello stile palladiano che si stava via via diffondendo in tutta l’Inghilterra.
Ralph Allen, milionario e mecenate, finanziò la maggior parte delle opere affidate a due architetti stimatori di Palladio, John Wood il vecchio, padre, e John Wood il giovane, figlio. Il vecchio iniziò a ridisegnare il piano urbanistico della città, proponendo una serie di centri focali, collegati tra loro da ampi viali. La trasformazione della fisionomia della città, iniziò con la costruzione di lussuosi complessi residenziali ed edifici pubblici. Tra i primi, i due complessi che circondano Queen Square, il Royal Circus e il Royal Crescent.
John Wood il giovane, completò il progetto paterno collegando il Circus con il suo Crescent, attraverso un’arteria boulevard.
Sono i Crescents il simbolo di Bath: un nome che fa riferimento al crescere della luna per indicare dei complessi residenziali a forma di semicerchio, mezzaluna appunto, aperti sul paesaggio circostante. Può esistere qualcosa di più romantico e suggestivo in architettura? Basta questo per innamorarsi di Bath a prima vista.
Da Bath parte, o termina, anche uno di quei cammini che gli inglesi chiamano long distance trails. Dalla cittadina di Buckingham attraverso gli Stowe Landscape Gardens, dove si trova uno dei 4 ponti palladiani realizzati in Inghilterra, questo tracciato si sviluppa per 190km tra colline e deliziosi paesini in pietra color miele, tra le splendide Cotswolds e il corso del fiume Avon.
Il modo migliore per fare un salto indietro nel tempo, dai Romani a Palladio, seguendo il filo conduttore dell’architettura in relazione alla natura: qui tutto trasmette un senso di equilibrio e di misura. E anche con l’ombrello il fascino è garantito!
Aprile 2023