Le ville venete sono gioielli che punteggiano il territorio di Vicenza: una vera e propria costellazione di opere d’arte che ripercorrono la storia dell’architettura dal Cinquecento fino all’Ottocento inoltrato.
Andrea Palladio è considerato il maggiore interprete della civiltà della villa veneta, una tipologia abitativa e produttiva assolutamente originale, che rispondeva alle esigenze estetiche dei patrizi veneti, ma anche alle nuove necessità funzionali, che vedevano nell’agricoltura la nuova forma di sussistenza ed investimento.
La “villa” presentava alcune caratteristiche morfologiche e strutturali di derivazione romana classica, che Palladio aveva potuto conoscere sui testi antichi di Vitruvio e grazie ai viaggi a Roma che poté fare durante la sua vita.
La villa di Palladio, per la prima volta nella storia dell’architettura, assumeva le forme tipiche del tempio classico inteso durante il Rinascimento come elemento di distinzione culturale: i segni della classicità racchiudevano tutto un sistema di valori culturali, antropologici, etici ed estetici, basati sul sapere ereditato dagli antichi e riscoperti proprio dagli umanisti.
A partire da Palladio e per i successivi tre secoli moltissime ville furono realizzate nella campagna dell’entroterra veneto e lungo i principali corsi d’acqua. Ma ciò che è sorprendente è che il nuovo modello sociale ed economico rappresentato dalla “casa di villa” si diffuse ovunque, arrivando anche molto lontano e varcando gli oceani, fino alle grandi piantagioni del Sud degli Stati Uniti d’America.
Ecco l’itinerario che meglio permette di comprendere da dove tutto ciò abbia avuto origine: un itinerario di una giornata intera tra le ville venete di Palladio
LA VILLA ALMERICO CAPRA VALMARANA, detta “LA ROTONDA”
Probabilmente parlando di Palladio salta subito alla mente la favolosa Villa Rotonda, icona per eccellenza dell’architettura rinascimentale, e sintesi ideale della poetica palladiana. Costruita all’ombra del Santuario di Monte Berico (…e non a caso visto che il committente era un alto prelato vicentino) la villa rappresenta proprio la trasposizione del concetto antico di tempio antico nella nuova filosofia degli uomini del Rinascimento. Quattro facciate uguali, una cupola centrale, una geometria perfetta e simbolica, la migliore espressione neoplatonica dell’armonia universale.
La villa ispirò l’architettura inglese già nel XVII secolo, basti pensare alla cattedrale di St. Paul a Londra, e venne presa a modello per gli edifici istituzionali di Washington, la capitale dei neonati Stati Uniti d’America.
LA VILLA CALDOGNO
La sintesi dell’idea che Palladio aveva per una residenza nobile di campagna? Ce la offre la splendida villa Caldogno, che merita sicuramente una visita, per più di una ragione. In un ambiente circoscritto Palladio riesce a sintetizzare la sua idea di architettura esteticamente bella e praticamente funzionale.
Un magnificente ciclo di affreschi interni, realizzati da Antonio Fasolo e Giambattista Zelotti, tra i migliori allievi di Paolo Veronese, completano ed arricchiscono la visita della villa: le scene dipinte sono un’interessante fotografia dei costumi e delle usanze tipiche dell’aristocrazia vicentina nell’epoca del Rinascimento.
LA VILLA GODI MALINVERNI
Non lontano da Bassano e Marostica i conti Godi commissionarono all’ancora giovane Palladio la loro villa di campagna. Dalla torre colombara già esistente, l’architetto ricava una villa che ci ricorda quasi una fortificazione e che testimonia perfettamente la prima fase della sua arte.
Gli interni sono affrescati da due maestri della pittura veneta, Antonio Fasolo e Giambattista Zelotti, che nelle scene esprimono i valori in che il committente voleva trasmettere ai suoi raffinati ospiti.
Nella maggior parte dei casi le ville venete sono chiuse durante i mesi freddi. Gli orari di apertura delle ville sono discontinui: è fondamentale verificare sempre gli orari di apertura di ciascuna villa prima di pianificare un itinerario.